IL
LAVORO UMANO
In
passato, il lavoro umano, è stato sempre visto come l’unico mezzo
per il conseguimento dei mezzi per la sopravvivenza, e non già come
mezzo di evoluzione culturale individuale e di progresso sociale in
generale.
In tale ottica si mirava, da parte del settore pubblico, a
creare posti di lavoro, magari con funzioni artificiose e innaturali,
per assicurare il lavoro al maggior numero possibile di Cittadini.
Naturalmente, gli oneri di tali provvedimenti, si scaricavano sul
campo economico, in aggiunta alle pastoie burocratiche che
necessariamente derivavano dalle funzioni artificiose di un tal
genere di incombenze.
Con ciò si creavano le premesse per la bancarotta delle strutture sociali che, con il tempo, non riuscivano a compensare gli squilibri prodotti, anche perché si operava in presenza di concorrenza estera, meno tartassata, evidentemente, da analoghe politiche.
La crescita abnorme del debito pubblico che,
oltre che del prelievo fiscale, si alimentava ricorrendo al settore
dei prestiti onerosi, ha generato un certo ripensamento nelle
autorità pubbliche, che hanno iniziato a tentare di risalire la
china con propositi di privatizzazione e di alienazione del
patrimonio pubblico.
Ma, tali propositi, si riveleranno chimerici se
non si perviene ad un riesame della situazione generale, e
soprattutto delle false filosofie che l’hanno generata.
Se così si
farà, non si potrà non arrivare alla conclusione che, soltanto con
la istituzione della Neofiscalità e del Reddito di Cittadinanza, si
potrà pervenire a quella valida base di partenza, che permetterà
poi, in breve tempo, di riordinare la Società in maniera conforme
alle legittime aspettative umane.
La prima convinzione da acquisire è
quella che, l’Essere Umano, non ha diritto ad un lavoro qualunque,
ma alla vita, e ciò potrà essere validamente conseguito con la
istituzione del Reddito di Cittadinanza, esteso a tutti i componenti
sociali, dalla nascita alla morte.
Con ciò si potrà provvedere allo
smantellamento di tutte le strutture previdenziali ed
assistenzialistiche, nonché di tutte le limitazioni in campo di
assunzioni e di licenziamento dal lavoro, consentendo così alle
forze lavorative di rifluire dai settori morti a quelli vitali della
vita sociale.
Della liquidazione, degli eventuali attivi delle
strutture previdenziali, si parla nel capitolo ad esse dedicato. La
mobilità lavorativa, conseguente al necessario ritorno alla
contrattazione individuale, in presenza della sicurezza di base
fornita dal Reddito di Cittadinanza, farà rapidamente riprendere
vitalità al settore economico, da un lato, e restituirà ai
Cittadini il potere sulla gestione della propria vita privata e
lavorativa, dall’altro.
Ciò influenzerà positivamente la vita
delle Aziende produttive, che si troveranno in presenza, non di
generiche richieste di lavoro, ma di offerte professionali, soggettivamente motivate, e quindi benefiche per l’atmosfera
produttiva.
Da parte dei Lavoratori vi sarà anche la richiesta di
contropartite aziendali, commisurate alle prestazioni che vengono
offerte e alle esigenze particolari del singolo Lavoratore, il tutto
concretato in un contratto individuale che impegna le parti al suo
rispetto.
La capacità contrattuale del singolo Lavoratore, dipende,
da un lato, dalla sua condizione di sicurezza di vita derivantegli
dal percepimento del Reddito di Cittadinanza e, dall’altro, dalla
giusta valutazione, che si affina nel tempo con l’esperienza
contrattuale, delle proprie capacità, in rapporto alle esigenze
della controparte.
Ciò avrà la conseguenza di stabilizzare i prezzi
dei prodotti del mercato, giacché è impensabile che un Imprenditore
possa accettare costi superiori a quelli consentiti dai prezzi dei
beni della concorrenza.
La mobilità lavorativa avrà, inoltre,
l’effetto di costringere le Aziende, ai necessari aggiornamenti
tecnologici, per non vedere defluire la propria manodopera verso
offerte più vantaggiose, da parte di concorrenti più esperti.
Vi
sarà così un sano equilibrio tra le offerte di lavoro e le
richieste, in merito alle relative contropartite, e le parti in causa
si condizioneranno reciprocamente, con vantaggio dei prezzi e
conseguente potere d’acquisto monetario.
L’abbassamento dei
prezzi incrementerà il valore del denaro percepito dai Lavoratori,
con beneficio aggiuntivo rispetto a quello conseguito nella libera
contrattazione individuale.
Con ciò la vita economica diverrà fonte
di soddisfazione e non di angosce come per il passato.
L’esistenza
del Reddito di Cittadinanza permetterà, a tutti, di orientare le
proprie scelte di lavoro, su basi «vocazionali», e quindi non
coercitive, permettendo di indirizzarsi verso quelle Aziende e verso
quei Settori per i quali si nutre interesse. Sarà anche possibile, a
chi lo vorrà, orientarsi verso le libere ricerche culturali, in
vista di soggettive necessità o inclinazioni.
L’essenziale è che,
nelle scelte individuali, non si inseriscano azioni coercitive, e
quindi di violenza, lasciando che sia il Singolo ad attivarsi nella
maniera che riterrà consona alla propria personalità. Quanto
esposto è presente nelle più profonde aspirazioni degli Esseri
Umani, ed è il soffocamento di tali istanze che ha generato, nel
passato, tutti i dolorosi, e spesso funesti, problemi sociali.
Coloro
che sono riusciti a prescindere da tali istanze,
hanno
attribuito a virtù un tale superamento, ed hanno poi cercato di
inculcare, spesso con violenza, negli altri una tale filosofia
rinunciataria, fonte di interiori squilibri e di infelicità.
Oggi
tutti i sintomi storici parlano a favore della esigenza di pervenire,
al più presto, ad assetti sociali come quello proposto, giacché,
dopo le lunghe e dolorose semine del passato, è giunto il momento
della raccolta, con il sentimento di felicità che si accompagna ad
ogni maturazione e raccolta di buoni frutti.
Le esigenze monetarie,
connesse alla istituzione del Reddito di Cittadinanza, possono
agevolmente essere soddisfatte dalla istituzione della Neofiscalità
, sterile dal punto di vista dell’aggravio dei costi dell’economia,
ma sufficiente a fornire le necessarie risorse, per far fronte alle
esigenze monetarie sociali.
(tratto
da “La Neosocietà”, di Nicolò Giuseppe Bellia, 1993)
GLOSSARIO:
NEOFISCALITA’:
si intende con tale termine la FISCALITA’ MONETARIA. La
neofiscalità consiste nella sostituzione di tutte le tasse e imposte
attuali con un’unica imposta su tutto il denaro esistente, piccola
(ipotizzata dell’8% annuo) ma ineludibile (grazie alla conversione
di tutto il contante in moneta elettronica: con ciò tutto il
sommerso verrebbe alla luce, con quello che ne consegue anche
quale lotta alla criminalità organizzata).
L’imposta unica
monetaria elimina il problema causato dal fatto che la tassazione si
scarica, attualmente, sui prezzi dei prodotti, disincentivando
l’acquisto dei beni di consumo e dei servizi.
REDDITO
DI CITTADINANZA: si intende con ciò un reddito base universale
incondizionato, spettante dalla nascita alla morte a ciascun
cittadino in quanto essere umano facente parte di una comunità
statale.
Costituirebbe
diritto inviolabile ed inalienabile del singolo; quello spettante ai
minori verrebbe gestito dagli esercenti la responsabilità
genitoriale (genitori o tutori).
Permetterebbe la
concretizzazione del Diritto alla Vita riconosciuto dalle
Costituzioni della maggior parte degli Stati, e dalle vigenti
Convenzioni sui Diritti Umani.